“Sono una pioniera, la prima Drag Queen dell’Albania. Non è che un bel giorno il sottoscritto, alias Alex, attore di teatro conosciuto sia a Tirana, la mia città, sia altrove, si è svegliato nei panni di Vezirja. La scelta è stata dettata dalla necessità di diffondere una forma d’arte che in Albania non esisteva”. Parola di Alex, al secolo Vezirja: impossibile non provare stima nei suoi confronti ed ammirarne il coraggio. Abbiamo avuto il piacere di parlare in esclusiva con lei che, con grande disponibilità, ha risposto alle nostre domande senza timore alcuno.
Qual è stata la tua prima esperienza in veste di Drag Queen?
“Ho iniziato con il Drag nel 2015, oggi non sono più l’unica ma nel mio paese non esiste ancora un posto dove esprimere la propria arte. Arte che di fatto è puro attivismo artistico. Rivolto alla comunità, il mio è un messaggio molto potente: oltre ad essere uno strumento di lotta contro l’omofobia e la transfobia rappresenta una mano tesa alle persone che appartengono alla comunità stessa. Lo scopo? Farsi forza a vicenda, serve infatti tantissimo coraggio. Io ho avuto la fortuna di cominciare online per poi partecipare ad un programma televisivo simile a Zelig”.


Come hanno reagito in Albania al cospetto di una performance del tutto inedita?
“Penso che di primo acchito siano rimasti quantomeno spiazzati se non addirittura sconvolti. Comunque anche la mentalità albanese sta un po’ cambiando, oggi esiste una sorta di dualismo: ci sono diverse persone che non hanno più paura di dire “a me questa forma d’arte piace”, altre il cui commento è “che schifo”. In tutta onestà qui mi muovo con estrema prudenza, calcolo il mio modo di comportarmi con puntuale attenzione, è sempre rischioso osare troppo, ostentare, perché i pregiudizi sono duri a morire”.
Per quale motivo sei approdata a Modena? Ti sei trovata bene?
“Sono venuta per la prima volta a Modena lo scorso 17 maggio per una serata battezzata “Proud to be a Cliché” – con tanto di Drag show imperdibile – organizzata al Volt Cafè da “Cliché Modena”, comunità assai forte e unita grazie alla creazione di eventi LGBTQIA+ di vario genere. Nata nel 2016, Cliché è uno spazio di incontro, un rifugio dove chiunque può esprimersi in modo libero. Di recente ho partecipato alla terza stagione di Drag Race Italia ed ho avuto l’opportunità di conoscere tante belle persone. Non vedevo l’ora di venire a Modena, di sicuro tornerò, è una città davvero accogliente che mi ha celebrato come una star. Sono stata più volte a Bologna, a Firenze…insomma, in Italia, con la gente giusta, mi sento a casa. Ancora non conosco le città del Sud del vostro paese, volendo potrei raggiungerle a nuoto, in fondo la distanza è breve ed io adoro il mare! Scherzi a parte c’è un file rouge che ci unisce, basta passare un giorno a Tirana per rendersi conto che senti parlare quasi esclusivamente italiano”.
Sei legata alla tua famiglia di origine, apprezzano la tua attività o la stigmatizzano?
“La mia famiglia mi vuole bene, sanno ciò che faccio e rispettano le mie scelte ma non ne parliamo mai, mantengo con loro una relazione “politicamente corretta”, un distacco necessario. Un po’ mi dispiace ma dovete capire che i miei genitori sono anziani e hanno vissuto sempre nel comunismo. Non ho fratelli né sorelle ed è curioso che, nato e diventato adulto in un “deserto artistico” – mi riferisco al Drag ovviamente – io sia diventata chi in realtà volevo essere, chi in sostanza già ero. Non ho la più pallida idea…insomma, non so spiegarmi da dove sia arrivata questa mia fantasia che in Albania mi ha creato parecchi problemi. Ma la vivo come un dono, croce e delizia al medesimo tempo”.


Vezirja è un nome assai inconsueto. Dove l’hai scovato?
“È un nome molto antico usato un tempo nel mio paese (ora non esiste più), indicava il primo ministro o Gran visir dell’impero ottomano, ruolo che, neanche a dirlo, non poteva essere interpretato da una donna. L’idea di usare un nome maschile al femminile mi intrigava, inoltre dal mio punto di vista, anzi…alle mie orecchie, suona benissimo, è evocativo, un po’ magico”.
Ogni Drag Queen è padrona di sé stessa nonché del suo modo di esibirsi, di vestirsi, di muoversi sul palco. Esistono infinite sfumature, concordi?
“Il Drag contempla outfit ed esibizioni molto variegate, io non indosso soltanto strass e abiti lussureggianti, desidero raccontare anche storie difficili. Durante la registrazione di un video musicale mi è capitato di presentarmi con un braccio ingessato e un occhio nero, un gesto di solidarietà nei confronti di chi combatte ogni giorno con la vita che per molti è una strada in salita piena di ostacoli. Che altro aggiungere? Sono single e cerco amore”.
E il lavoro di attore di teatro? Rimane una parte importante nella tua vita?
“Come no, sta andando alla grande”.
Arianna De Micheli