Intervista a Melissa Bianchini

Tra le protagoniste della terza stagione di Drag Race Italia – “Sono arrivata seconda ma, essendo la prima ragazza trans a partecipare, per me è stata comunque una vittoria” – Melissa Bianchini, nei panni di Drag Queen, è un vulcano, un’esplosione di gioia e bellezza. Ecco come ha risposto alle nostre domande.

Oltre allo splendore dei tuoi outfit curati ad hoc, i punti di forza di Melissa Bianchini sono l’inesauribile energia nonché la passione di cui ti nutri. È così?

“Senza dubbio. Nasco dalla danza, ho iniziato quando ero molto piccola con la disciplina classica per poi cimentarmi, tra l’altro, con il ballo moderno e l’hip hop. I miei costumi sono tutti farina del mio sacco, mi occupo personalmente di ogni dettaglio e dedico tutta me stessa a questo lavoro che amo davvero tanto (se non lo amassi, non sarei in grado di rimettermi sempre in gioco). Sono molto puntigliosa ed esigente rispetto alle mie performance, il pubblico merita infatti di assistere ad uno spettacolo che, partorito dal cuore, nulla lasci al caso. Per me è fondamentale dare il massimo”.

E i risultati sono evidenti, stai raccogliendo ciò che hai seminato con fatica. Il successo ottenuto nella serata dello scorso 17 maggio, “Proud to be a Cliché” organizzata da “Cliché Modena”, ne è l’ennesima conferma. Sei contenta?

“Non vedevo l’ora di venire a Modena. Sono molto soddisfatta di essere arrivata sino a qui ma vi garantisco che è stato tutto fuorché facile. La società ancora oggi non vede di buon occhio le ragazze trans! Figurarsi poi se sono straniere e se promuovono il Drag, ossia una forma d’arte che, ancor prima di emanare bellezza, è emblema di libertà e coraggio. La nostra missione? Aiutare le vittime del pregiudizio che non riescono a trovare spazi adeguati ove svelare la propria anima. Sì, mi sento in dovere di dimostrare che le donne trans hanno talento.”

Melissa, tu sei nata e cresciuta in Brasile. Epperò, compiuti i 18 anni, sei “scappata” – parole tue – da Rio de Janeiro al seguito del tuo primo ragazzo convocato a Roma per un impiego. Città dove abiti tutt’ora. Vuoi raccontarci la tua storia?

“Con piacere. Apro una parentesi: amo l’Italia e non abbandonerò mai Roma. Qui vivo con i miei genitori adottivi e mia sorella. Sono loro i miei più ferventi sostenitori e la città eterna, come la chiamate voi, ormai è la mia casa. Non ho avuto una vita semplice, in Brasile mi scontravo in continuazione con la mia famiglia d’origine tanto che sono cresciuta con mia zia, cui sono riconoscente. Il mio percorso come Drag è iniziato a 19 anni proprio a Roma: avevano indetto un concorso per le Drag Queen emergenti e, spinta da un amico che vedeva in me quelle potenzialità che ai tempi soltanto intuivo, ho deciso di provarci, così, quasi per scherzo. Mi sono buttata senza paracadute e, con mia grande sorpresa, ho vinto. Non mi pareva vero, da quel momento mi sono innamorata di questo mondo e sono stata presa come performer all’Alibi Club, locale storico del Testaccio.

Sei così esuberante anche nel tuo quotidiano?

“No, sono oltremodo riservata nel mio privato, una persona completamente diversa rispetto a come mi presento sul palco. La Melissa di tutti i giorni si guarda le spalle e, lo confesso, ha anche un po’ paura. Perché le persone cattive esistono ovunque e capita sovente di sentire che chi fa parte della comunità LGBTQIA+ subisce aggressioni gratuite. Ritengo sia davvero ingiusto discriminare gli altri secondo l’orientamento sessuale, una discriminazione che ho vissuto sulla mia pelle. Il mio esordio romano si è rivelato un cammino costellato di molti ostacoli dettati dall’ignoranza e, lo ripeto, dal pregiudizio che è davvero duro a morire. Arrivata in città mi sono subito rimboccata le maniche, ho frequentato l’Accademia per parrucchieri con ottimi risultati. Eppure, nonostante avessi in mano il diploma, nessuno voleva offrirmi un’opportunità, sono passati almeno un paio di anni prima che un salone credesse nelle mie capacità e nella competenza che avevo maturato in Accademia. Ancora oggi la gente è restia ad assumere i trans, il che a mio parere è inconcepibile.

Ma Melissa Bianchini non si arrende mai vero?

“Mai. Il fatto che io sia riservata, che mantenga un basso profilo nella vita di tutti i giorni non significa che difetti di tenacia. Altrimenti non avrei ottenuto un simile successo come Drag Queen. Del resto sono del segno del Leone, sono costantemente in lotta, dalla mattina a notte fonda, sette giorni su sette. Essere finalista nella terza stagione di Drag Race andato in onda qualche mese fa ha rappresentato una grande occasione, ho infatti potuto raccontare la mia storia ed in cambio ho ricevuto tanto affetto, numerose persone mi hanno ringraziato: oggi sanno di non essere sole e, forti del mio vissuto, riescono ad affrontare le insidie quotidiane con maggiore coraggio.

Ti senti appagata?

Eccome! Il mio messaggio è passato, ritengo che questa sia la cosa più importante.

Arianna De Micheli